Terapia infiltrativa intra-articolare:
quali trattamenti?
Nell’ambito della terapia infiltrativa esistono tre grandi gruppi di agenti per il trattamento dell’osteoartrosi (OA): gli ACIDI IALURONICI, gli STEROIDI e i PRP (gel piastrinici), che si differenziano tra loro non solo per le caratteristiche intrinseche, ma anche per le modalità di somministrazione, le condizioni d’impiego, l’efficacia e la durata d’azione. Confrontare tra di loro i diversi trattamenti non è semplice, ma conoscerne al meglio le caratteristiche principali può costituire un aiuto per scegliere quello più adatto. A questo scopo, all’interno del congresso ISIAT 2013 (INTERNATIONAL SYMPOSIUM OF INTRA-ARTICULAR TERAPY) svoltosi a BARCELLONA, è stata prevista un’intera sessione in cui sono stati confrontati tra di loro i tre gruppi di prodotti.
Steroidi
Gli steroidi sono molecole a elevata azione antinfiammatoria che trovano impiego anche nel trattamento intra-articolare dell’OA. Tuttavia, per ottimizzare i risultati desiderati, è bene identificare correttamente il tipo di paziente e la fase della patologia da trattare. L’OA è una patologia cronica che, in determinate fasi di riacutizzazione, assume caratteristiche infiammatorie e in tali circostanze lo steroide diventa il farmaco di elezione per ridurre i sintomi della flogosi. Trattare il dolore e ripristinare la funzionalità articolare è l’esigenza primaria del paziente, soprattutto in una fase di riacutizzazione della malattia. L’azione dello steroide è rapida, ma, rispetto all’acido ialuronico (AI), si caratterizza per una durata dell’effetto a breve termine (2-3 settimane). Il trattamento a lungo termine e ripetuto, però, può indurre effetti tossici dello steroide sulla cartilagine.
Acido Ialuronico
Il ruolo dell’AI nel trattamento dell’OA è ben definito e il suo effetto si evidenzia nella riduzione del dolore, nel miglioramento della funzionalità articolare e nella riduzione dell’uso di farmaci analgesici. L’AI è il principale componente del liquido sinoviale e le sue proprietà viscoelastiche sono indispensabili per garantire una corretta protezione articolare. In corso di patologia osteoartrosica, si riducono sia il peso molecolare (PM) sia la concentrazione dell’AI; pertanto, la viscosupplementazione, cioè l’introduzione di AI esogeno nell’articolazione, mira a ricostituire le caratteristiche di viscoelasticità del liquido sinoviale nella maniera più simile a quelle fisiologiche e contribuisce a ripristinare un ambiente articolare più sano. AI di diverso PM (basso PM, medio PM e cross-linkati) presentano differenti schemi posologici: 5, 3 o 1 sola infiltrazione per ciclo terapeutico. Da un punto di vista clinico, la somministrazione di AI si traduce in una riduzione del dolore e un miglioramento della funzionalità che possono protrarsi per 6 mesi-1 anno. La durata dell’effetto è legata anche ad un’azione di stimolo della produzione di AI de novo e ad un’azione di protezione sulla cartilagine. Infine, studi recenti mostrano come la viscosupplementazione possa essere utile nel ritardare gli interventi di artroprotesi.
PRP (Platelet Rich Plasma)
Il plasma ricco di piastrine (PRP) consiste in un concentrato di piastrine ottenuto apartire dal sangue prelevato dal paziente da trattare. Questo concentrato piastrinico contiene una serie di molecole e di fattori che vanno a costituire la porzione biologicamente attiva del preparato. Un aspetto importante di questo trattamento è costituito dalla metodica di preparazione. Ad oggi non esiste ancora un processo standardizzato e unanimemente condiviso per la produzione del PRP. Ciò comporta un’evidente eterogeneità di prodotti infiltrati, che risultano così non comparabili. La natura stessa delle molecole attive varia: l’attivazione delle piastrine provoca il rilascio di più di un migliaio di molecole e fattori anche con attività totalmente opposta. Tradotta in termini clinici e di pubblicazioni scientifiche, questa situazione complica la possibilità di avere risultati omogenei e quindi comparabili. Esperienze pubblicate riportano, infatti, dati clinici contrastanti sul PRP. L’unico studio randomizzato e controllato mostra una non superiorità rispetto all’AI, mentre dati incoraggianti emergono da utilizzi extra-articolari, quali i tendini. In conclusione, quindi, questi tre grandi gruppi di trattamenti intra-articolari hanno caratteristiche tra loro molto differenti tanto da rendere questi prodotti complementari piuttosto che alternativi. Tuttavia, per l’AI e gli steroidi si hanno indicazioni e valutazioni di EBM (Evidence Based Medicine) consistenti in base alle quali gli steroidi appaiono efficaci a breve termine e l’AI efficace e sicuro a lungo termine.